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7.12. Reimpiego in lavori comunitari

Un tempo, grazie al mercato chiuso, la crescita dell’economia, portava alla piena occupazione. Oggi, la dimensione e la forte competitività di un mercato globale hanno portato dei grossi squilibri e a grandi differenze. Le ditte si stanno concentrando su un’offerta specialistica e di alto livello. Molte attività, potenzialmente utili, non sono svolte per mancanza di offerta. Molte persone, pur avendo un potenziale lavorativo, non trovano lavoro. Non è pensabile che si possa ritornare a una situazione di piena occupazione con le sole forze di mercato. Per molto tempo dovremo convivere con forti differenze fra domanda e offerta, con molte persone in costante ricerca di lavoro e con molti posti non occupati.
Il sistema sociale attuale, basato sugli ammortizzatori sociali, era pensato per un’economia dove la disoccupazione era temporanea. Le persone avevano bisogno di aiuti temporanei. I problemi sono diventati permanenti.
La città di Lugano ha costituito un’associazione (Sotell) con funzioni di prestito di personale. L’associazione assume giovani e li “presta” alla città per l’organizzazione di eventi, gestioni di spazi, e altri servizi di interesse pubblico. Con questo approccio si riesce a supplire alla carenza di offerta di lavoro di un certo genere e nel contempo a offrire opportunità di lavoro ai giovani. La Sotell permette, in un ambito ben specifico, che non interessa al privato, di riallineare l’offerta di lavoro con la domanda. La città di Lugano, grazie a questa intermediazione, riesce a trovare forza lavoro a basso prezzo, per compiti saltuari e temporanei, per cui è difficile fare capo a ditte private e per i quali ci sono fondi molto limitati. I giovani riescono a trovare opportunità d’impiego, che il mercato di lavoro non è più in grado di offrire. In Italia, ci sono cliniche psichiatriche che fanno capo a volontari per stare vicino, 24 ore su 24, a pazienti con idee suicide o che devono rimanere isolati. In caso di problemi chiamano il personale della clinica. I volontari sono spesso persone che non trovano lavoro, invalidi, che seguono una piccola formazione prima di assumere questo compito, che dura poco tempo. I volontari, invece di stare a casa loro, si rendono utili. I risultati medici sono notevoli, si garantisce ai pazienti un’assistenza costante senza contenzione e senza forzare con gli psicofarmaci.
C’è tutta una serie di lavori di interesse pubblico che non viene fatta. D’altra parte vi sono molte persone, a carico dei servizi sociali, che potrebbero svolgerli, ma che non possono perché, nel mercato del lavoro attuale, un certo tipo di domanda e di offerta non può incontrarsi e perché lo Stato ha pochi fondi, per via del maggior numero di persone a carico dei servizi sociali che non pagano altro che le imposte.
Bisogna supplire agli squilibri del mercato del lavoro, non più solo con ammortizzatori sociali, ma creando delle occasioni di lavoro. Bisogna inoltre superare l’idea che l’unico modo di pagare le imposte sia tramite il versamento delle tasse. Bisogna dare l’opportunità alle persone, che non hanno la possibilità di pagare le tasse, perché non hanno un reddito fisso, di contribuire in altro modo al funzionamento dello Stato. Per esempio tramite delle “borse del lavoro”.
L’esperienza di associazioni come Sotell è molto utile e potrebbe essere ampliata ad altri ambiti e ad altri gruppi di persone escluse. Purtroppo però, pur essendovi un forte bisogno, è difficile e complicato offrire un’occupazione di lavoro comunitario. Le assicurazioni sociali, il servizio civile, pur prevedendo e volendo favorire l’inserimento lavorativo, hanno regole diverse e a volte contrapposte. Serve un quadro legislativo federale per i lavori comunitari, con delle regole uniformi e delle procedure semplificate:

  • Una definizione dei lavori comunitari e socialmente utili, che non consideri solo il tipo di lavoro, ma che tenga conto anche della situazione delle persone. Un tecnico di 60 anni, che non ha più possibilità di impiego, deve poter offrire lavoro anche nel suo ambito professionale. Una persona che ha perso la vista e che ha sempre fatto il webmaster, e che non trova più un’occupazione, dovrebbe poter svolgere il suo lavoro di webmaster a titolo di lavoro comunitario. 
  • Le condizioni a cui un ente deve assoggettarsi per proporli.
  • Eccezioni a eventuali regole sul divieto di lavoro in modo che invalidi, disoccupati, beneficiari dell’assistenza pubblica, richiedenti d’asilo, carcerati ecc., possano essere ingaggiati senza correre il rischio di perdere prestazioni.
  • Condizioni quadro di retribuzione, rimborso spese e il relativo trattamento fiscale e ai fini dei calcoli delle prestazioni, compresi possibili vantaggi aggiuntivi per chi è al beneficio di prestazioni sociali.
  • Obbligo, per le persone al beneficio di prestazioni statali o sociali, di accettare, indipendentemente dalle proprie qualifiche, lavori socialmente utili che siano compatibili con il proprio stato di salute.
  • Quadro finanziario di sostegno ai lavori comunitari, unificando gli sforzi di recupero e reinserimento sociale e lavorativo, attualmente non coordinati fra i diversi livelli e attori (disoccupazione, invalidità, assistenza).