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5.2. Elezione a Consiglio federale

La Svizzera ha un sistema di elezione dei membri del governo nazionale molto particolare. I membri dell’Assemblea federale nominano i Consiglieri federali uno per volta. Non ci sono liste, i membri dell’assemblea possono scrivere sul biglietto il nome di qualsiasi cittadino svizzero. Chi raccoglie la maggioranza dei voti è eletto. Terminata l’elezione di un consigliere, si passa al prossimo. In base all’appartenenza politica degli eletti, della zona linguistica, del Cantone, della sensibilità verso un tema, i membri dell’Assemblea esprimono le loro successive preferenze.  Solitamente i partiti si regolano in anticipo, però, il sistema lascia spazio anche ad accordi dietro le quinte e a ribaltamenti dell’ultima ora. L’elezione al Consiglio federale ha una dose d’imponderabilità. Nella Repubblica di Venezia, che è stata la nazione più longeva d’Europa, il Doge era scelto, oltre che con delle votazioni, anche con un sistema di estrazione a sorte. L’imponderabilità porta i gruppi, non solo a concentrarsi sui propri candidati, ma anche a fare in modo che vi sia una rosa di candidati di un certo livello e che non osteggino le proprie idee.
L’elezione dei membri del Consiglio federale avviene ogni quattro anni, dopo il rinnovo del parlamento. Il governo dovrebbe essere formato in base ai risultati politici e alle personalità e alle idee emerse durante le elezioni. Il Consiglio federale, come avviene in quasi tutti i paesi del mondo, dovrebbe rimanere in carica per quattro anni ed essere poi rivisto. Invece i Consiglieri federali si ritirano durante il mandato per permettere al proprio partito di fare nominare un subentrante. Dopo le elezioni, la riconferma è quasi certa, perché la non rielezione è considerata uno sgarbo al partito. Un Consigliere federale, anche se si sa che non arriverà a fine legislatura, sarà quasi sicuramente eletto. La formazione del governo non si discute. La nomina della compagine di governo è, per la quasi totalità, una mera formalità. La prassi delle staffette a metà legislatura ha permesso ai partiti di tenere nascosto il dibattito circa le persone da nominare. Questo sistema di elezione ha permesso alla Svizzera di avere, per più di 150 anni, dei governi equilibrati, con persone che rappresentavano le diverse sensibilità. Si sono però create delle situazioni totalmente incomprensibili. Nessuno può dire di ambire a diventare Consigliere federale. I possibili pretendenti, anche durante le campagne per il rinnovo del parlamento, non possono dire alla nazione come intendono condurla. Contrariamente a tutte le altre nazioni democratiche, durante le elezioni non si discute della leadership della nazione. Manca un regolare ricambio d’idee e un dibattito su come guidare la Svizzera. I partiti di governo si trovano costretti a fare politica raccogliendo firme per iniziative costituzionali.
Sono state raccolte le firme per un’iniziativa che propone l’elezione diretta del Consiglio federale. Non sono convinto che questa sia la soluzione giusta. Di certo, il dibattito sulle persone che devono guidare il paese, non potrà rimanere nascosto per sempre. L’Assemblea federale dovrà riconsiderare la prassi delle staffette e passare a un sistema in cui la squadra di governo viene rivista, anche in modo importante, dopo le elezioni federali. Consiglieri che non garantiscono la presenza per i quattro anni successivi non dovranno più essere eletti.