Il mondo del lavoro si è modificato a seguito dei cambiamenti tecnologici, della globalizzazione e dei mutamenti nella società. Le conseguenze più negative ed evidenti sono quelle dell’esclusione di persone dal mondo del lavoro: vi sono persone oltre i cinquant’anni che, a seguito dei cambiamenti dei processi lavorativi, non trovano più occupazione; i giovani che mancano delle competenze necessarie; persone che hanno difficoltà a sostenere i ritmi e la pressione psicologica.
La disponibilità di manodopera straniera più qualificata ha portato a un innalzamento delle richieste e quindi all’inadeguatezza di molte persone.
L’altro aspetto è la flessibilizzazione, cioè la necessità per le aziende di adattarsi velocemente ai cambiamenti di mercato e ai dipendenti di adeguarsi alle nuove necessità.
Un altro cambiamento meno considerato è quello della creazione di molte nuove piccole imprese. La tecnologia informatica, internet, telefoni cellulari, consente a chiunque di avere a disposizione informazioni, infrastrutture, contatti, come una volta avevano solo le grandi ditte. Questo ha permesso alle piccole imprese, più flessibili, di competere con le ditte grandi e di rilevare molti compiti. La creazione di piccole ditte è stata anche favorita dalla volontà delle persone di avere una vita più indipendente, di potersi gestire più liberamente il tempo di lavoro. Per quanto riguarda i tipi di lavori, si registra una crescita notevole dei servizi, in particolare, per via dell’invecchiamento della popolazione vi è stata una notevole domanda nei servizi di assistenza e cura.
La situazione attuale presenta molti squilibri. Ci sono persone che non hanno possibilità nel mondo del lavoro, rimangono escluse e vanno a carico dello stato sociale. Ci sono poi molte ditte che non trovano personale con le caratteristiche richieste. Si pensava che, terminati i processi di ristrutturazione, i problemi sarebbero rientrati. Invece il processo di rinnovamento è continuo e certe situazioni di esclusione sono strutturali. Non è più ragionevole pensare che, l’economia attuale, possa, anche se stimolata, creare molte occasioni di lavoro per le persone escluse. La forza lavoro esclusa è una risorsa notevole, che invece di essere produttiva, carica lo stato sociale. È assolutamente necessario, per questioni economiche e sociali, mettere mano al modello occupazionale, per creare spazi per le persone escluse, in modo che possano essere di beneficio alla società.