Lo scorso anno un cliente svizzero tedesco di lunga data mi ha chiamato per dirmi di avere letto sui media della preoccupante situazione del Ticino. Non capivo e ho cercato di dirgli che erano esagerazioni, ma non sembrava convincersi. Così, l’ho rassicurato dicendogli che questo non influiva sulla capacità della nostra ditta di offrire prodotti e servizi d’avanguardia.
Nel nostro ambito, ormai da parecchio tempo, evidenziare di avere la sede in Ticino è sempre meno un valore aggiunto e sempre più un problema. L’immagine del nostro cantone è in declino soprattutto da quando il popolo ticinese ha affidato alla destra la missione di andare a Berna a battere i pugni e lamentarsi ingigantendo i problemi, evidenziando la nostra incapacità di gestirli e chiamare la Confederazione a salvarci.
Recentemente, Marco Chiesa, presidente dell’UDC ticinese e svizzera, alla televisione svizzero tedesca ha addirittura sostenuto che Chiasso è diventata una località in cui è sconsigliato andare ad abitare, accusando così ingiustamente le forze dell’ordine ticinesi e i nostri agenti di non essere in grado garantire la sicurezza ai propri cittadini. Tesi purtroppo ripresa, in toni leggermente diversi, persino da Norman Gobbi, capo del dipartimento istituzioni, pochi giorni fa, in diretta al TG della RSI.
In Ticino ci si trova con la galleria di base del Gottardo chiusa per più di un anno, non si sentiva di certo il bisogno di allarmare e fare scappare i turisti. Evidentemente, anche l’ultimo briciolo di amor proprio e rispetto delle istituzioni sembra essere sparito.
Comunque, i problemi sono dappertutto e il vittimismo non funziona più. È controproducente rincarare la dose e chiamare i Consiglieri federali per mostrare le nostre magagne a tutta la Svizzera. I confederati non vedono più il Ticino come un’eccezione. Percepiscono che affondiamo, gli dispiace, ma ritengono che sia dovuto alla notoria e crescente incapacità dei Ticinesi di organizzarsi, confrontarsi con la realtà, gestire i problemi e impiegare bene le risorse. Infatti, gli altri cantoni invitano i Consiglieri federali per vedere come risolvono i problemi, come investono bene i soldi, in modo poi che si giustifichi riceverne degli altri.
In Ticino è ancora fortemente presente la convinzione che la colpa sia sempre e solo degli altri. I partiti possono così continuare a raccogliere voti coltivando e mostrando i propri fallimenti. Meno problemi risolvi e più occasioni hai di imprecare e di apparire sui media. In questi anni si è comunque riusciti a portare avanti progetti ambiziosi, come le scuole universitarie e le aggregazioni comunali.
In generale però questo clima ha distrutto la reputazione del cantone e lo ha fatto sprofondare agli ultimi posti per quanto riguarda i costi della cassa malati, salari, imposizione fiscale, traffico, inquinamento dell’aria, difesa del territorio, cassa pensione pubblica e tanto altro.
La delusione nella politica è forte e per molti è sempre più difficile andare a votare. Spero comunque che molti lo facciano e si riesca a eleggere un qualche rappresentante in più con l’ambizione di bene-dire il Ticino.