Arrivano le feste e per molti sarà un periodo di gioia, per alcuni forse di tristezza e per altri di apprensione per incontri che potrebbero rivelarsi difficili. Le feste sono degli elementi centrali del vivere umano che ritroviamo in tutte le culture. Possono suscitare emozioni forti, sentimenti contrastanti e produrre anche effetti curativi e trasformativi. A ricordarcelo, non sono solo le tradizioni di popoli “primitivi” o le favole di Natale.
Nel 2016 papa Francesco ha partecipato alle celebrazioni in Svezia per i 500 anni della riforma protestante. Sono stati degli incontri semplici, non ci sono state conferenze, non sono stati firmati accordi e non c’è stato alcun cambiamento di dottrina, eppure i festeggiamenti hanno creato uno squarcio storico che ha permesso a milioni di cristiani di ritornare a sentirsi pienamente fratelli e sorelle.
Ogni persona, e l’umanità tutta, aspira alla pace. Difficile immaginare che potremo raggiungerla, ma se dovesse capitare, non credo che sarebbe grazie all’ennesima guerra per la pace e neanche cercando di riunire tutte le persone sotto una sola bandiera, ideologia o religione.
La bellezza dell’umanità e del nostro mondo sta nelle differenze, e le feste ci permettono di celebrare e sentirci in sintonia con la comunità grazie all’espressione e la somma delle unicità. Penso che se mai arriverà la pace, sarà quando ogni persona potrà partecipare alle feste proprie e degli altri in piena gioia, senza che qualcuno senta l’esigenza di con-vincerlo a ragionare, a cambiare idea, a scusarsi o a rinunciare a credenze, idee o fede.