Il repentino rafforzamento del Franco sta avendo effetti importanti sul mondo del lavoro. Saranno probabilmente diverse le ditte svizzere che introdurranno il lavoro parziale, ridurranno il personale o delocalizzeranno. È lecito aspettarsi un aumento significativo delle uscite dell’assicurazione disoccupazione (lavoro ridotto e indennità di disoccupazione), rispettivamente una diminuzione degli utili delle imprese e del gettito fiscale.
Contemporaneamente, e fortunatamente, i costi dell’energia e dei carburanti importati sono scesi in modo rilevante, sia per l’effetto del Franco forte, sia per la contemporanea e importante diminuzione del prezzo del petrolio. Il costo di 1 litro di benzina è in questi giorno attorno a Fr. 1.30 al litro.
Si potrebbe approfittare di questa situazione favorevole nel settore energetico per costituire delle riserve a sostegno del lavoro. Si invita perciò il Consiglio federale a valutare la creazione, con legislazione urgente, di un fondo per il lavoro, finanziato grazie a un’imposta temporanea sulle energie provenienti da fonti non rinnovabili, per fare fronte ai costi derivanti:
Si tratta in sostanza di introdurre un meccanismo fiscale per cui il prezzo dei combustibili ritorni vicino ai livelli precedenti e a cui i consumatori si erano abituati. L’introito sarebbe versato nel fondo a sostegno del lavoro. Quando i prezzi ritornano ad alzarsi, il prelievo fiscale andrebbe a diminuire e sparire.
Se la crisi dovesse perdurare si potrebbe attingere a questo fondo per fare fronte ai deficit dell’assicurazione. Si eviterebbe così un aumento delle imposte o delle deduzioni sugli stipendi, che farebbero perdere competitività alle imprese svizzere. Si ricorda a questo proposito che il Parlamento, per garantire il finanziamento dell’AVS, si trova già a discutere una proposta del Consiglio federale, che prevede un aumento dell’IVA e della trattenuta sui salari.
Fra le possibili opzioni, utili a garantire finanziamenti a sostegno del lavoro, di certo la tassazione dell’energia proveniente da fonti non rinnovabili appare la soluzione più adeguata sotto molti aspetti. Se poi i problemi sul mercato del lavoro dovessero rientrare, tanto meglio; l’incasso potrebbe essere usato per abbassare i contributi di disoccupazione a carico di dipendenti e datori di lavoro, oppure andare all’AVS.
L’altro effetto interessante della proposta è che, tassando le energie non rinnovabili, si evita un inutile aumento delle importazioni dall’estero. Si favorisce l’uso di energie rinnovabili Svizzere, a beneficio della bilancia dei pagamenti e di una maggiore competitività del sistema economico svizzero.
Un prezzo della benzina e del gasolio stabilizzato, permetterebbe anche a chi lavora e investe nel settore delle energie alternative e del risparmio energetico, di dare continuità ai propri investimenti. Con il prezzo delle energie importate a questi livelli molti progetti interessanti rischiano di essere rimandati o addirittura affossati, con perdite notevoli, difficili da recuperare.
Si invita ad agire con una legislazione d’urgenza, perché solo con un intervento tempestivo è possibile approfittare appieno del momento propizio. Bisognerebbe verificare se ci sono già ambiti (per esempio tassa sul CO2) in cui il Consiglio federale ha già la competenza per fissare delle tasse aggiuntive sull’energia. In caso contrario dovrebbe essere il Parlamento ad agire tempestivamente.
Il tema è complesso e con questo comunicato si desidera più che altro dare delle indicazioni generali. Si è però convinti che l’idea sia interessante anche per gli aspetti sociali. Le misure sarebbero infatti molto utili al Ticino, dove, il Franco forte ha reso ancora più difficile una situazione già precaria.
Questa proposta è il frutto di una serie di ragionamenti più ampi, su energia, lavoro e sistemi di tassazione, che sto cercando di organizzare in un documento, che spero di riuscire a rendere disponibile a breve.
Approfitto per ringraziare i membri del comitato dei Verdi Liberali del Ticino, con i quali ho avuto modo di discutere la proposta e che mi hanno fornito preziosi spunti.