Un giornalista mi ha chiesto: “Quale sarà il suo motto per le elezioni di ottobre al Consiglio degli Stati?”
Io scherzosamente ho risposto: “Domenico Zucchetti in Consiglio federale”. Per un attimo ho visto la perplessità sul suo volto, forse ha pensato che ero un megalomane o che mi fossi confuso e che avessi scambiato il Consiglio federale con il Consiglio degli Stati. Né l’uno né l’altro.
Il mondo sta cambiando sempre più velocemente, senza controllo, senza indirizzi, senza prevedere delle protezioni e con squilibri, problemi e sofferenze sempre maggiori. La politica è modellata su un passato statico, non è preparata per anticipare, arriva spesso in ritardo. Ho preparato un documento dal titolo
“Verso una politica in grado d’orientare i cambiamenti” (disponibile su www.vicinanza.ch) dove espongo delle idee su come fare perché il governo e il processo politico possano anticipare e orientare i cambiamenti. Molte delle forze che stanno alla base delle trasformazioni sono conosciute e prevedibili, l’obiettivo di una maggiore padronanza delle situazioni è quindi realizzabile. Nel documento elenco ben 20 soluzioni che mostrano come, sfruttando le forze del cambiamento, si possono risolvere situazioni complicate. Temi pratici e concreti, che interessano tutti, indipendentemente dal partito, come: la tassazione che arriva con la maggior parte dei dati già inseriti; il segretario di zona che cura direttamente i rapporti con i cittadini; la facilità per le piccole imprese nell’assumere persone invalide; la formazione e la prevenzione per ridurre l’uso di psicofarmaci; il registro per le grandi aziende globali per evitare usi inappropriati delle istituzioni democratiche svizzere; il fare diventare la stazione di Lugano una tra le più belle e attrattive d’Europa. Ho ricevuto molti apprezzamenti e ho pensato di candidarmi per fare conoscere questo nuovo approccio e le diverse soluzioni.
Torniamo alla battuta iniziale. In un’elezione cantonale o comunale è normale candidarsi per il legislativo e l’esecutivo. L’elezione del Consiglio federale, che avviene dopo le elezioni del parlamento, è aperta a tutti gli Svizzeri. Durante la campagna elettorale però, non vi è nessuno che dica apertamente di voler diventare Consigliere federale e che spieghi come intende guidare la Svizzera. Mi sono chiesto: come può un politico convincere le persone dell’importanza e dell’urgenza di realizzare certe soluzioni, se non pensa di essere all’altezza di portarle e difenderle in Consiglio federale? Come si possono difendere i perdenti della globalizzazione, le piccole imprese, le famiglie e gli invalidi se non ci si può esporre per paura di inimicarsi le grandi lobby (casse malattie, finanza globale) che pesano nelle elezioni dei Consiglieri federali?
Nei rapporti con l’Italia ci sono diversi problemi, con riflessi negativi negli scambi commerciali, sulla piazza finanziaria, sui trasporti, sul rapporto fra Ticino e resto della Svizzera e perfino fra Svizzera ed Europa, dovuti in parte alla mancanza di una persona di cultura italiana in Consiglio federale. Quali cambiamenti si possono pretendere da Berna, se non ci sono Ticinesi disposti a mettersi in gioco per entrare in Consiglio federale? Alcune delle mie idee su come guidare la Svizzera le ho messe nero su bianco. Naturalmente ce ne sono molte altre da realizzare, queste sono solo le prime. Il padre di un figlio seriamente malato mi ha detto “Le cose che hai scritto mi toccano il cuore”. Sono queste le persone per cui, principalmente, mi sono candidato. Il motto “Domenico Zucchetti in Consiglio federale” è per voi, perché non abbiate dubbi sulla mia determinazione a portare certe idee il più in alto possibile. Auguri a tutti per un buon primo d’agosto.