Un mio amico mi ha detto che il 28 settembre 2011 è stata una giornata storica. Per la prima volta è stato nominato un procuratore pubblico federale che non apparteneva a nessun partito. Una scelta quindi fra tutti i candidati disponibili e non nella cerchia ristretta del partito a cui era assegnato il posto. Un cambiamento epocale e indispensabile se vogliamo avere un’amministrazione efficiente. Sono sempre meno le persone affiliate ai partiti e i partiti sono sempre più piccoli numericamente. Scegliere le persone indipendentemente dall’appartenenza a un partito offre una scelta più vasta. Poi permette anche di valutare l’operato in base ai risultati effettivi. Oggi non si riesce a capire se le critiche o le difese dei funzionari sono effettivamente motivate o sono preconcette. Un passo utilissimo che permette a chi lavora nell’amministrazione di non vedersi continuamente coinvolto in beghe e conflitti strumentali, creati da partiti in perenne campagna elettorale. Speriamo che questo vento arrivi al più presto anche in Ticino. Abbiamo maledettamente bisogno che le cariche della magistratura, dei funzionari dello Stato e dei dirigenti e il personale di Banca Stato, dell’Ente Ospedaliero, SUPSI, USI e delle diverse scuole, non siano più attribuiti e gestiti secondo criteri politici. Le segreterie dei partiti, all’interno delle quali in modo antidemocratico e oscuro viene gestito questo potere, però non vorranno di certo mollare l’osso. Già si vede nella vicenda Banca Stato che non si dice “assumiamo un nuovo direttore in base alle competenze, ma mettiamone uno di un altro partito”. La gente è stufa di questo modo di fare, ma è imbrigliata in un sistema elettorale che, anche se si danno solo preferenze alle persone, porta comunque i voti ai partiti, che poi si accomodano come sempre. C’è però un’eccezione. Nell’elezione al Consiglio degli Stati non contano i voti della lista, ma solo le preferenze personali. È la sola elezione dove c’è la possibilità di eleggere un candidato fuori dai partiti. Chi vuole, può veramente votare una persona indipendente, che guarda alle cose in modo obiettivo. Qualcuno, che se va a Berna, non giudica e non antepone logiche di partito agli interessi del Ticino e della Svizzera. La possibilità c’è, io sono pronto. Saranno gli elettori a decidere se fare soffiare, in Ticino e a Berna, una rinfrescante brezza di maggior libertà e di nuove idee.