Svizzera colonia americana
Stavo formando una nuova dipendente del marketing e le mostravo che i nuovi sistemi di ricerca basati sull’intelligenza artificiale propongono ormai solo ditte americane. La nostra azienda e molte altre imprese svizzere, solo per farsi trovare, devono inviare sempre più soldi ai monopoli americani. I loro utili crescono a dismisura, mentre agli editori svizzeri rimane sempre meno.
Le banche svizzere, per contrastare i colossi digitali americani, si sono unite e hanno puntato sull’applicazione per pagamenti Twint, sviluppata inizialmente da PostFinance. La SRG-SSR ha creato un’interessante piattaforma multimediale chiamata PlaySuisse, che avrebbe potuto facilmente ospitare contenuti di altri editori e diventare un successo come Twint. Le famiglie avrebbero avuto un’ampia scelta ed evitato di abbonarsi ai servizi di streaming stranieri, le imprese svizzere avrebbero avuto un valido canale pubblicitario e gli editori e altri creatori di contenuti avrebbero potuto trattenere la maggior parte delle entrate generate.
La politica doveva semplicemente definire la governance della piattaforma, invece la miope e rapace politica zurighese, mentre saccheggiava il Credit Suisse, ha continuato a opporsi, attaccando e screditando la SRG-SSR e la nostra RSI. Ora si appresta a dare l’ultima spallata al sistema del canone, un modello di finanziamento moderno a cui la popolazione svizzera è abituata e che rappresenta l’unica prospettiva realistica per mantenere in Svizzera una parte della spesa pubblicitaria e conservare un minimo di sovranità digitale.
Tanto vale che la Svizzera chieda di diventare una colonia americana, così potremmo pagare i balzelli direttamente a Washington e liberarci una volta per tutte dei balivi di Zurigo e dei loro burattini.