Pianificazione: l’insegnamento della Trincea di Massagno
I Municipi di Lugano e Massagno avevano assicurato ai promotori dell’iniziativa Parco Genzana, di cui ero il primo firmatario, che avrebbero portato avanti con celerità la pianificazione della stazione di Lugano e la realizzazione di un parco pubblico sulla Trincea di Massagno.
Sostenevano che il coinvolgimento popolare fosse un freno alla realizzazione del campus SUPSI. Dopo la votazione del 2014, con senso di responsabilità, anche di fronte alle criticità che emergevano, abbiamo lasciato che le autorità lavorassero indisturbate.
Dopo undici anni, la pianificazione appare ancora lontana dalla conclusione. Chiaramente il coinvolgimento della popolazione non è la causa dei ritardi. Tutt’altro, durante il periodo di confronto pubblico FFS e SUPSI avevano finanziato studi di progettazione parallela e si erano compiuti, in tempi brevi, i maggiori passi avanti. Una volta spenti i riflettori, si è tornati ai vecchi metodi: approcci dirigistici e poco trasparenti, con dossier fermi sulle scrivanie di tecnici e autorità, il ritorno di elementi controversi osteggiati da proprietari, il rallentamento delle approvazioni e la spirale dei ricorsi.
Avviare una pianificazione in un contesto fortemente urbanizzato è complesso. Inoltre, nel 2014 la revisione della legge federale sulla pianificazione del territorio ha introdotto nuovi concetti come la densificazione. In questo scenario, i metodi tradizionali, basati su soluzioni imposte dall’alto e non equilibrate, non risultano efficaci. Le questioni sono troppo articolate e, infatti, anche le vie di ricorso portano spesso a una riduzione della qualità e a un aumento dei costi.
Per questo, le nuove normative promuovono il coinvolgimento autentico, e non solo formale, della popolazione e dei soggetti interessati. Servono però autorità aperte al dialogo e figure professionali con competenze di ascolto e mediazione, capaci di leggere il territorio, ricucire gli spazi esistenti e rispondere con flessibilità alle esigenze di una società contemporanea in continua trasformazione.
In Ticino sono diversi i progetti pianificatori che arrancano, hanno visto un’esplosione dei costi o sono stati bocciati. Una delle cause è il contesto culturale e professionale in cui la partecipazione viene purtroppo ancora percepita come un ostacolo, e non come lo strumento più efficace per accelerare le procedure.